Intervento di ACM al Castello Bastioni Capo d'Orlando evento Homo Faber

Intervento di Farid Adly
al dibattito di Homo Faber
Castello Bastione – Capo d'Orlando
in occasione della 5a Esposizione di Arti Visive.
Domenica 27 Settembre 2015

Ho ricevuto l'invito del presidente dell'Associazione Homo Faber, che ringrazio, a partecipare con un mio intervento a questo dibattito. Per ragioni di impegni improrogabili già prefissati ho preparato questo testo scritto, che sarebbe stato letto da altri in caso di mia impossibilità di proseguire la serata. E mi scuso per non poter rimanere con voi per ascoltare il resto degli altri interventi.

Il sistema dell'Arte è una macchina complessa, che implica oltre alla creatività anche la comunicazione, il mercato e la politica (quest'ultima nel senso nobile della parola, cioè, l'arte del possibile, regolatrice della convivenza nella società e non nel senso della politica politicante che arraffa il consenso elargendo favori).

I rapporti di potere tra i quattro lati dell'operazione artistica non sono paritari e non sono sempre limpidi e corretti e su ciascun terreno operano diverse figure ed istituzioni:  musei, gallerie, collezionisti, mostre, riviste specializzate, scuole ed accademie, pubblico, fiere, critici, aste, curatori museali, fondi d’investimento, Enti pubblici e, naturalmente, gli artisti, categoria questa dai confini labili che è difficile definire con nitidezza. 
Questo sistema si dirama a diversi livelli nazionali ed internazionali e l'Arte nei Nebrodi rappresenta una goccia in questo oceano. Soltanto il renderci conto di essere una semplice goccia, ma come tale è fondamentale, perché sommata ad altre gocce formano quell'oceano, soltanto questa consapevolezza – dicevo - ci potrebbe dare la forza di guardare con serenità e senso di realtà al nostro operare, senza deprimenti sottovalutazioni e anche senza la spavalderia dell'onnipotenza.
 
L'obiettivo delle nostre azioni – a mio parere – non dovrebbe essere quello di scardinare il sistema, perché semplicemente non ne avremmo le forze e le capacità, ma quello di creare uno spazio vitale per misurarci con esso. Non si abbatte il capitalismo con l'equo e solidale, malgrado l'importante ruolo di solidarietà che questa intuizione ha introdotto nel commercio mondiale. Molti si dannano a gridare a squarciagola contro il mercato, ma poi sono loro i primi a presentarsi ad elemosinare un pezzetto di visibilità effimera, che si rivela poi un miraggio ingannevole. Dobbiamo renderci conto realisticamente che il denaro – proprio quel vile e sporco denaro – è una parte integrante ed essenziale dello scambio sociale ed umano. Qualsiasi affermazione contraria è pura ipocrisia. Possiamo diminuire la sua centralità, ma non possiamo ignorarlo, semplicemente perché “le nozze non si fanno con i fichi secchi”. Purtroppo la maggior parte del denaro pubblico destinato a promuovere l'arte si dipana in percorsi poco trasparenti e va ad ingrossare il collaudato sistema delle clientele e degli incarichi agli amici degli amici.

Sgomberato il campo da false ed equivoche affermazioni, veniamo ai nostri compiti. Di fronte all'ardua impresa da intraprendere, l'unico metodo efficace è l'unione fa la forza. Ma l'unione, ahimè, è una chimera. Il buon senso e la storia ci hanno trasmesso che gli artisti affermati di norma prendono cura di quelli giovani per guidarli ed accompagnarli nel loro percorso; senza gelosie e paure da parte dei primi e senza l'appiattirsi al ruolo di imitatori per i secondi. Soltanto artisti sicuri di se stessi sono capaci di una condotta simile. 

Da non artista, posso comprendere la necessità di ciascuno di avere il proprio spazio vitale, ma credo fermamente anche che se non ci mettessimo a lavorare insieme e dal basso, per superare il provincialismo al quale siamo condannati, non ci sarebbe futuro per nessuno. Dobbiamo guardare con interesse e con apertura alla nascita di nuove associazioni nel comprensorio. Non dobbiamo mettere mai in atto dosi di campanilismo suicida. E' un passo interessante mettere insieme le forze per proporre nuove dimensioni di manifestazioni artistiche di un certo spessore. Non sarà facile, ma sperimentiamo. La mia proposta concreta è questa: Unire la Rassegna d'Arte dell'ACM con l'Esposizione delle arti visive della Homo Faber. Per organizzare meglio gli eventi, l'Associazione Mediterraneo ha deciso di far saltare la Rassegna del 2016 e spostarla al 2017 e probabilmente manterremo sempre la cadenza biennale. Scegliere un tema generale di grande valenza sociale ed aprire agli artisti di ogni dove. La mostra potrà così essere esposta alternativamente a Capo d'Orando ed Acquedolci (un'apertura di edizione alla volta) e portarla in altri comuni interessati del comprensorio, per poi passare a siti nazionali. Noi – per la prossima edizione - abbiamo presentato la domanda ai Comuni di Firenze e Torino. Rimane sottinteso che si divideranno pariteticamente onori ed oneri, con coerenza, trasparenza e lealtà.  

Colgo l'occasione per informarvi che il prossimo ottobre, l'ACM compie 15 anni. Vi invito a due eventi che organizzeremo per l'occasione: sabato 10 Ottobre giornata nazionale del Contemporaneo indetta da AMACI (Associazione Musei d'Arte Contemporanea in Italia) dove terremo un incontro dal titolo: “L'arte contemporanea in Italia, Oggi” e il 23 Ottobre, anniversario della nascita di ACM, alla Conferenza su: “Paesaggi e tradizioni nei Nebrodi”, dell'arch. Franco Brancatelli.

Da formiche operaie, rilanciamo parafrasandolo il grido di un secolo e mezzo fa: “Operatori d'arte di tutto il mondo, unitevi!”.

Ing. Farid Adly
presidente ACM-Casa delle Culture
Via Vittorio Emanuele II, 3/5
98070 Acquedolci (Me)
tel. ++39.0941.730053
cell.++39.339.8599708  

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